Cos’è il Crowdfunding e come funziona in Italia?

Il crowdfunding è uno strumento innovativo per finanziare progetti utilizzando portali on-line in alternativa alle forme tradizionali di finanziamento.

Il pubblico può sostenere progetti con finalità sociale, nonché nuove iniziative imprenditoriali, versando i propri contributi attraverso portali on-line che di solito operano come piattaforme di prestito basato sulla donazione o sul sociale, o attraverso il crowdfunding basato sulla ricompensa, a seconda che il contributo sia effettuato come donazione o prestito tra privati, o se venga fornito un premio per ciascun contributore quando vengono soddisfatte determinate circostanze. In Italia il crowdfunding ha faticato molto ad affermarsi ed è stato oggetto di una specifica legislazione.

Cos’è il crowdfunding e dove è nato

Il crowdfunding consiste nella richiesta al pubblico di finanziamenti, tipicamente attraverso una piattaforma online, da parte di soggetti che necessitano di fondi per sviluppare progetti o per scopi personali.

L’autore di un progetto imprenditoriale, culturale o sociale può raccogliere fondi coinvolgendo direttamente la folla per ottenere la liquidità utile per la realizzazione dello stesso progetto. A differenza della classica richiesta di prestito, il crowdfunding garantisce al mutuatario la possibilità di contattare, tramite un portale online, una platea ampia ed eterogenea, in cui sono presenti potenziali finanziatori. Con l’aiuto dei finanziatori, infatti, è possibile coprire costi di vario genere, soprattutto se le risorse ottenute da fonti di finanziamento tradizionali sono insufficienti.

Il fenomeno del crowdfunding si è sviluppato principalmente nel territorio anglosassone, per poi diffondersi in Europa e in America. In particolare, il primo progetto finanziato dal crowdfunding è stato promosso da una band anglosassone nel 1997. Il gruppo musicale, noto come Marillion, incapace di sostenere il costo del loro tour nordamericano, si è rivolto ai fan lanciando una raccolta fondi online, con la quale hanno ottenuto 60.000 dollari. Nel 2001, la band ha usato lo stesso meccanismo per registrare un nuovo album. Nel 2008, l’ex presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha finanziato la sua campagna elettorale attraverso il crowdfunding.

In Italia il crowdfunding ha incontrato maggiori difficoltà. Gli elementi che hanno rallentato lo sviluppo del fenomeno sono le caratteristiche del sistema imprenditoriale, la lunga catena burocratica, insieme all’alto tasso di analfabetismo digitale e alla scarsa diffusione dei sistemi di pagamento online.

In Italia, i primi segnali di crowdfunding avvengono nel 2005 quando Produzioni dal Basso lancia un servizio online per finanziare progetti sul web. Bisognerà aspettare il 2013 per vedere un vero e proprio boom nella creazione di piattaforme di crowdfunding e anche i portali fai-da-te hanno iniziato ad emergere. Tale diffusione è stata supportata dall’emanazione del provvedimento con cui è stata introdotta nell’ordinamento giuridico italiano una regolamentazione ad hoc per l’equity-based crowdfunding.

Come funziona il crowdfunding in Italia, problemi e prospettive

L’Italia è stato il primo paese europeo ad aver introdotto una disciplina specifica per il crowdfunding. In particolare, il legislatore ha creato una normativa dedicata solo al crowdfunding equity-based. L’interesse per il crowdfunding in Italia è cresciuto soprattutto perché le aziende sono principalmente di PMI e incontrano molte difficoltà nel reperire risorse finanziarie adeguate per il loro sviluppo. Questo è ancora più evidente per la start-up.

Secondo la legge italiana, il meccanismo di equity crowdfunding si basa su una relazione a quattro facce tra: a) start-up, b) investitori, c) portali on-line e d) banche o società di investimento.

  • Start-up: solo le start-up qualificabili come “innovative” o le start-up con finalità di utilità sociale, secondo la normativa applicabile, possono lanciare un’offerta pubblica di propri titoli di capitale attraverso un portale on-line.
  • Investitori: gli investitori che possono partecipare all’offerta pubblica sottoscrivendo titoli azionari della start-up possono essere investitori professionali o il pubblico in generale.
  • Portali on-line: solo le imprese regolarmente iscritte ad un nuovo registro tenuto dalla Consob possono operare come portali on-line. Per essere iscritte al presente registro, le imprese devono presentare alla Consob appositi documenti che consentano a quest’ultima di verificare il possesso dei requisiti previsti dal nuovo regolamento. Le società ammesse ad operare come portali on-line saranno soggette ad una continua attività di monitoraggio da parte della Consob e non avranno diritto a svolgere alcun servizio di investimento, né a curare alcun pagamento effettuato dagli investitori per finalizzare la loro sottoscrizione.

Le banche e le società di investimento che intendono fungere da portali on-line saranno automaticamente registrate in un’apposita sezione del suddetto registro senza presentare alcuna documentazione alla Consob.